Probabilmente molti di noi hanno stilato una lista di cose da fare almeno una volta nella vita. Ebbene, se non l’avete ancora fatto, il nostro consiglio è di aggiungere alla vostra lista l’hanami del Sakura. Letteralmente la contemplazione del fiore del ciliegio in Giappone, che nel periodo della fioritura regala un’esperienza di bellezza e riflessione senza eguali.
Nel momento stesso in cui scriviamo questo articolo primaverile, un euforico spettacolo di colore rosa si sta svolgendo in territorio nipponico. È infatti tra marzo e aprile che avviene l’eccezionale fioritura dell’albero del ciliegio che attira ogni anno numerosi viaggiatori da ogni parte del mondo.
Non si tratta solo di un evento spettacolare che la natura ci regala in primavera. Per i giapponesi il fiore del ciliegio cela anche un profondo significato simbolico che andremo a scoprire insieme.
Sakura e rinnovamento
Anticamente il Sakura veniva utilizzato per prevedere le stagioni della semina e del raccolto dell’anno. La fioritura infatti indicava agli agricoltori il momento giusto per le coltivare le piantagioni. Per questo motivo alla fioritura del ciliegio è sempre stato associato un significato di rinnovamento.
Ancora oggi il parallelismo tra il Sakura e i nuovi inizi è persistente nella cultura giapponese. La fioritura dei ciliegi coincide infatti con il periodo in cui si apre l’anno accademico. Gli alberi rigogliosamente fioriti fanno quindi da sfondo ad uno dei periodi dell’anno in cui il rinnovamento e l’augurio di un inizio fortunato è particolarmente sentito.
La metafora della bellezza e fugacità dell’esistenza
Il simbolismo legato al Sakura non si esaurisce con il parallelismo con i temi degli inizi e del rinnovamento.
Andando ancora più in profondità, infatti, scopriamo il forte legame esistente tra i fiori del ciliegio e alcuni dei concetti buddhisti più noti. La mortalità e la consapevolezza della fugacità della vita.
Così come la vita, il fiore del ciliegio è bellissimo e rigoglioso nel momento in cui sboccia. Man mano che il tempo passa diventa sempre più fragile e meno brillante, fino a perdere vitalità staccandosi dal proprio ramo. Ciò che resta al termine della fioritura è una distesa di petali rosa sul terreno. Allo stesso modo, ciò che rimane della vita degli uomini dopo la loro morte è il ricordo delle loro azioni e delle loro imprese.
Questo concetto di caducità dell’esistenza, proprio della religione Buddhista, viene chiamato Mono no aware ed è il corrispettivo del memento mori Europeo.

Il periodo della fioritura del ciliegio è l’occasione per riflettere sulla condizione umana ed apprezzare la vita quando ne abbiamo la possibilità.
La tradizione dell’hanami, ossia contemplare il fiore (hana = fiori e mi = vedere), affonda le sue radici in tempi lontanissimi.
Si racconta che questa usanza trovi le sue origini durante il periodo Nara (710-794), con la Dinastia Cinese Tang che influenzò il Giappone in molte tradizioni e costumi. Una di queste usanze era proprio quella di godere della bellezza dei fiori in primavera. Nato come un evento riservato esclusivamente a persone di alto lignaggio, fu col tempo sdoganato. Se infatti inizialmente all’hanami si dedicavano solo nobili, samurai che frequentavano la corte e poeti che vi dedicavano i propri versi, successivamente fu aperto a tutti. Chiunque infatti poté festeggiare questo meraviglioso evento bevendo sakè e mangiando sotto una poetica pioggia di petali rosa.
Il Sakura e la gloriosa brevità della vita dei Samurai
Non c’è figura che impersonifichi meglio del Samurai la metafora della fuggevolezza dell’esistenza evocata dal Sakura. Questi guerrieri del Giappone feudale vivevano seguendo rigorosamente il bushido, un rigido codice morale di rispetto, onore e disciplina. Era loro compito mettere in pratica queste virtù nella vita, ma non è tutto. Il bushido prevedeva anche che essi accettassero stoicamente l’ineluttabilità della morte senza temerla. Si trattava il più delle volte di vite intensamente vissute e terminate molto presto in battaglia. Un’immagine ricorrente nel folklore giapponese è la caduta del fiore o del petalo che simboleggia la fine della vita di un samurai.
Come dicevamo, pur trattandosi di una tradizione che ha radici lontanissime, la tradizione dell’hanami è ancora oggi molto presente. Nel periodo della fioritura del Sakura, infatti, giapponesi e turisti si intrattengono in compagnia sotto gli alberi tenendo feste e pic nic. Ma anche passeggiando nei parchi in profonda contemplazione della meravigliosa natura. Un’occasione in più anche per meditare su se stessi all’insegna del benessere e del rinnovamento dello spirito.