Il folklore giapponese è il risultato di una fusione di diverse tradizioni che affondano le loro radici nelle religioni popolari delle isolate tribù che abitano le isole nipponiche. Sono tradizioni fortemente influenzate dallo Shintō e dal Buddismo, incorporando anche elementi del folklore e della mitologia cinese e indiana. In questo articolo esploreremo alcune delle creature più iconiche della mitologia giapponese e il loro duraturo impatto sull’arte e la cultura del Giappone: gli Yokai.
Questi misteriosi mostri e spiriti, noti appunto come Yokai, sono stati celebrati nell’arte giapponese attraverso numerose forme artistiche. Dipinti, stampe e sculture hanno avuto come oggetto questi esseri affascinanti e talvolta inquietanti. La loro lunga storia è radicata nella tradizione giapponese. D’altra parte, come già raccontato nei nostri articoli precedenti, l’arte nipponica è intrisa di una profonda connessione con il soprannaturale.
Yokai: cosa sono?
Il termine yokai (妖怪) deriva dalla combinazione dei caratteri yō (妖), affascinante, ammaliante, ma anche calamità, e kai (怪), meraviglia o mistero. Sono sostanzialmente delle strane creature e dei fenomeni soprannaturali. Il corrispettivo di yokai è mostro, spirito o goblin. La definizione però abbraccia una vasta gamma di esseri trascendenti. Fantasmi, divinità varie, esseri umani e animali trasformati, possessioni spiritiche, leggende metropolitane ed altri arcani fenomeni.
La storia di queste mostruose figure risale ai tempi antichi che li vedevano protagonisti di numerose leggende. Col passare del tempo queste leggende divennero sempre più popolari e nel periodo Edo gli yokai cominciarono ad essere raffigurati dai più noti artisti.
Le tipologie
Si stima che siano circa 400 i tipi di spiriti giapponesi con illustrazioni e rappresentazioni antiche. Il numero sale a quasi 1000 se si considerano anche quelli citati in libri e manoscritti storici.
Gli yokai possono essere raggruppati in categorie basate su diversi fattori. Le loro sembianze, la loro natura benevola o maligna, le origini e altro.
Una delle classificazioni più comuni comprende quattro tipologie:
- Yurei Yokai, spiriti umani defunti che tornano dall’aldilà per perseguire scopi specifici, spesso di vendetta;
- Kaiju Yokai, animali e insetti con poteri magici unici;
- Henge Yokai, spiriti in grado di cambiare forma e adottare varie sembianze;
- Choshizen Yokai, fenomeni misteriosi e inspiegabili derivanti da attività soprannaturali.
Un famoso esempio di Yokai è il “Kappa”, creatura acquatica simile a un bambino dall’aspetto peculiare. I kappa sono noti per la loro forza nell’acqua e goffaggine sulla terraferma. Sono amanti dei cetrioli e hanno ispirato persino il nome del “kappa maki”, un tipo di sushi.
Le “Kitsune” sono volpi con la capacità di trasformarsi in esseri umani e sono spesso associate alla magia e all’inganno. Al contrario, i “Noppera-bo” sono creature senza volto che appaiono come esseri umani privi di tratti facciali, suscitando paura e sconcerto.

I “Tengu” sono spiriti generalmente saggi e tranquilli, ma se provocati possono scatenare calamità. Hanno volti rossi con nasi sottili e lunghi e sono spesso fonte di ispirazione per le maschere giapponesi.
Gli “Oni”, noti per essere forieri di sfortune, sono demoni malvagi con sembianze umanoidi ma dai volti spesso animaleschi.
Il “Kirin” è una creatura con corpo di cavallo e volto di drago che può vivere fino a 2000 anni ed è associata a eventi di grande importanza.
Esiste poi una sottocategoria di Yokai. Sono creature o oggetti che hanno subito una trasformazione o una possessione a causa di eventi soprannaturali o maledizioni. Questi sono i Bakemono, letteralmente “cose trasformate” o “mostri”.
Infine ci sono gli “Tsukumogami”. Si tratta di oggetti che, raggiungendo i cento anni, ospitano uno spirito benevolo o maligno, in funzione delle loro stesse condizioni.
Gli Yokai nell’arte
Come sappiamo l’arte giapponese prende quasi sempre spunto da personaggi, eventi e situazioni sia reali che leggendarie. Gli yokai non fanno eccezione. Troviamo infatti rappresentazioni di queste figure in numerose espressioni artistiche giapponesi.
Celebri sono ad esempio le stampe ukiyo-e del periodo Edo con le loro rappresentazioni di yokai. In queste stampe vengono realizzati ad arte sia l’aspetto delle creature che la loro inquietante aura di mistero.
Nelle opere scultoree e nelle ceramiche le raffigurazioni delle mitologiche creature portano nell’arte quotidiana un tocco di superstizione e di mistero.
Non mancano riferimenti agli yokai nemmeno nel teatro e nella letteratura. Spesso nel teatro tradizionale giapponese del Noh e del Kabuki vengono incorporati personaggi yokai con attori che utilizzano maschere elaborate e costumi dettagliati.
Nella letteratura troviamo le loro storie in opere come “Konjaku Monogatari” e il “Gazu Hyakki Yagyo” di Toriyama Sekien.
A riprova della grande importanza che queste figure ricoprono nel folklore giapponese si organizzano festival dedicati ai Yokai. Come il “Tengu Matsuri“, che celebra il Tengu con sfilate e rappresentazioni teatrali.
Inoltre, personaggi ispirati ai Yokai continuano a essere popolari nella cultura pop giapponese contemporanea, con esempi come il film “Spirited Away” dello Studio Ghibli.
Siamo giunti alla fine di questo viaggio nel folklore giapponese. Ancora una volta abbiamo constatato quanto l’arte e la leggenda siano elementi strettamente intrecciati tra loro. Ma non solo, ancora una volta abbiamo appreso quanto il mondo visibile e quello invisibile e fluttuante siano indissolubilmente fusi l’uno con l’altro. Merito anche dell’arte che continua ad esercitare la sua affascinante influenza senza tempo.